Vajont 50 anni dopo

Frequentavo la seconda media quando, il 9 ottobre 1963, sul lago artificiale del Vajont precipitò la frana del Monte Toc, e Longarone fu.
Pochi giorni prima, con mio padre, ero stato a San Martino di Erto alle pendici della frana: ho negli occhi un paesaggio spettrale e lunare, con anziani, donne e bambini letteralmente in preda alla paura, non c’era un albero che non fosse piegato e si capiva che perfino gli animali di questa povera gente  avvertivano attorno a sé qualcosa di innaturale.
Per tante ragioni mi sento profondamente legato a questa drammatica vicenda: una catastrofe dovuta alla responsabilità dell’uomo e di quanti pensavano che la montagna, le sue risorse, i suoi equilibri fossero (e magari tuttora siano) oggetti da spremere.
Cinquant’anni dopo il disastro ecco analisi e testimonianze che ho pubblicato sul settimanale «L’Amico del Popolo».
Dedico questo mio contributo alla memoria di Fiorello Zangrando, giornalista di grande stoffa, cronista del dopo-Vajont e in particolare della sua storia giudiziaria, al quale devo la pubblicazione dei miei primi articoli sulla carta stampata.

Videoreportage de La Stampa

Questa voce è stata pubblicata in Articoli e contrassegnata con , . Contrassegna il permalink.