Autonomia, “next stop” 15 febbraio 2019

Né sotto l’albero di Natale (nella foto l’abete rosso della devastata Val Visdende a palazzo Chigi) e neanche nella calza della Befana il Veneto trova l’autonomia differenziata prevista dall’art. 116 della Costituzione. Ma non si nasconde ottimismo! «Mai regalo di Natale più bello i Veneti avrebbero potuto ricevere. E anche per me sarà probabilmente il Natale più bello della mia vita» ha detto infatti il presidente della Regione Luca Zaia commentando l’annuncio del premier, Giuseppe Conte, al termine del Consiglio dei Ministri di venerdì 21 dicembre, che ha «condiviso» l’informativa svolta dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Erika Stefani in merito al percorso che dovrebbe portare all’intesa con la Regione Veneto appunto, oltre che con Lombardia ed Emilia Romagna.  Il comunicato di palazzo Chigi prospetta «la conclusione della fase istruttoria entro il 15 gennaio 2019 e la definizione della proposta da sottoporre ai presidenti delle Regioni interessate entro il 15 febbraio 2019».

Nessun testo dell’intesa ancora circola, e men che meno qualcosa si sa circa la possibilità di veder attribuite al Bellunese, con le connesse risorse, funzioni amministrative ora in mano allo Stato e alle sue articolazioni periferiche.

Come non ricordare che il 22 ottobre 2017, in contemporanea (ad integrazione, ma non in conflitto) con quello regionale veneto, si era tenuto un referendum provinciale con l’obiettivo di affermare la necessità di una riserva a favore della Provincia di Belluno di alcune importanti funzioni collegate ai caratteri del suo territorio, che ne differenziano fisionomia ed esigenze rispetto alle altre realtà?

Un percorso da portare avanti, ovviamente, insieme e nell’ambito del negoziato della Regione,  dove le istanze della Provincia montana alpina devono, appunto, trovare spazio.  

 

 

 

 

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