116, il Veneto al palo e l’«avviso» di Zaia a Belluno (e Venezia)

Come era prevedibile, il negoziato fra la Regione Veneto e lo Stato per «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» segna il passo. Per la mancanza di una cornice circa il percorso da seguire in sede parlamentare e anche per l’«opacità» con la quale la trattativa è stata portata avanti, negli ultimi mesi, sia in ambito romano (dalla ministra Stefani) che a livello regionale (dal governatore Zaia).

Il mandato a Zaia da parte del Consiglio regionale fissava infatti passaggi che  finora sono stati ignorati: a cominciare dall’impegno a favore della Provincia interamente montana di Belluno (art. 65 del progetto di legge statale approvato il 15.11.2017) e più in generale per quanto riguarda il ruolo degli Enti locali nell’esercizio delle funzioni amministrative oggetto di trasferimento statale. 

Ora Zaia invita Belluno (e la Città metropolitana) «a non interferire» per non mettere a rischio il progetto dell’autonomia differenziata. 

Così dicendo, Zaia disattende il mandato ricevuto dal Consiglio regionale, non tiene conto della volontà espressa da 110.000 bellunesi, il 22 ottobre 2017, con il referendum provinciale consultivo e cementa ancor di più il centralismo regionale, di cui il Veneto soffre non poco! 

Ascolta le mie dichiarazioni video:

Che fine ha fatto l’autonomia della Provincia di Belluno?

Zaia disattende il mandato dei Bellunesi e del Consiglio regionale? 

La replica di Zaia:

[pdf] Zaia: «Non si metta in discussione la mia parola!»

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