La fiamma olimpica tornerà ad accendersi sulle nostre Alpi. Il binomio Milano-Cortina si è visto assegnare dal Cio, a Losanna, le Olimpiadi invernali 2026 settant’anni dopo Cortina 1956 e vent’anni dopo Torino 2006. «Con il rispetto dovuto a Cortina e alla sua iconica bellezza, è evidente a tutti», ha scritto la “Gazzetta dello Sport”, «che senza la garanzia e la capacità attrattiva di Milano le Olimpiadi invernali sarebbero finite tra i ghiacci e le renne del grande nord svedese»…
Il tema del rapporto della montagna con la città (in questo caso addirittura con una metropoli di rango internazionale) non è nuovo, e Milano-Cortina può diventare l’occasione per scandagliarlo e modularlo domani molto meglio di oggi. Una maggiore cooperazione, un esercizio di “solidarietà” fra i territori, montuosi e non, potrebbe essere una delle eredità positive di Milano-Cortina 2026, anche per non rivivere l’antitesi di Torino 2006, una ferita tutt’oggi aperta, considerato che la montagna piemontese non ha risolto le proprie difficoltà.
Ben venga quindi l’auspicio per la montagna alpina di un suo “rinascimento” (copyright Luca Zaia) proprio all’insegna dei cinque cerchi olimpici, ma il progetto – allo stato – appare tutto da costruire.