I giorni di Cortina sul podio del mondo e il futuro sui monti

Buon giorno, Cortina regina mondiale dello sci. Per quindici giorni fino al 14 febbraio Cortina ospita i Campionati mondiali di sci, il primo grande evento sportivo internazionale che si tiene nel pieno della  pandemia. Come giornalista, mi è sempre piaciuto approfondire il contesto sociale ed economico di avvenimenti come questi. L’ho fatto in tempi lontani per le Universiadi invernali (Belluno-Nevegal 1985) con un approfondimento per il quale ho ricevuto anche un premio; l’ho iniziato a fare in vista di Milano Cortina 2026 e anche per l’appuntamento che inizia oggi nel segno di Corty (la mascotte) e che giustamente ha l’ambizione di contribuire alla ripartenza del sistema Paese in un  così drammatico momento. 

I temi a cui guardare in controluce sono il rapporto costi-benefici (in termini anche prospettici), la sostenibilità ambientale, l’equilibrio dell’ecosistema, la crescita del capitale umano, la visione che ne scaturisce a medio termine. A tale proposito mi sembra azzardata la scelta della Regione Veneto di porre l’accento, quale azione chiave per le zone montane nell’ambito della Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile, innanzitutto sui grandi eventi, la cui spinta propulsiva (anche per creare nuove aspettative) è fuori discussione ma non va enfatizzata. Per risplendere davvero, il “Rinascimento della montagna”, evocato da Zaia, ha bisogno di basi (e spalle) più ampie.     

[pdf] La (potenziale) eredità di Cortina 2021 

[pdf] Cortina 2026, il “ritorno” dell’evento

[pdf] Amarcord: 16 febbraio 1985

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