Cortina 2026, Draghi e Zaia: la “vision” e il contrario

“Futura” il logo di Milano Cortina 2026 pronto ad evocare il “gusto del futuro” che ci manca

Archiviato il successo organizzativo di Cortina 2021, pur tenutasi a porte chiuse, si apre l’orizzonte 2026: XXV Giochi olimpici invernali dal 6 al 22 febbraio 2026. Sarà il primo appuntamento sportivo a svolgersi sotto l’egida dell’Agenda 2020 del Cio, che chiede maggiore sobrietà, più rispetto dell’ambiente e adeguata attenzione alle prospettive dei territori interessati.

Nella replica alla Camera,  prima delle dichiarazioni finali di voto il 18 febbraio, il premier Mario Draghi ha voluto porre l’accento sull’appuntamento di Milano Cortina con queste parole: «Il lavoro che dobbiamo sviluppare per prepararci al meglio all’evento è già una manifestazione di fiducia sul futuro dell’Italia, sia al suo interno sia all’estero, oltre che un’occasione per il suo sviluppo, specie nel campo delle infrastrutture, del turismo, dell’innovazione tecnologica, della ricerca, della sostenibilità ambientale».

Pochi giorni dopo, il 23 febbraio,  il presidente del Veneto Luca Zaia ha diffuso un comunicato stampa che lascia intravedere ben altra visione: «La prossima sfida che porta il nome di Milano-Cortina 2026 è il grande progetto del Carosello delle Dolomiti: il tour sciistico più lungo del mondo con 1300 chilometri di piste ed oltre 500 impianti di risalita nel cuore delle Alpi».

Se le Olimpiadi 2026 sono un banco di prova di quel “rinascimento della montagna” evocato spesso da Zaia, l’idea del Carosello delle Dolomiti non rappresenta la migliore delle visioni possibili sul piano della «sostenibilità ambientale» richiamata da Draghi.  

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