Che bello se l’Europa dice «I care» e ne fa il suo motto

«A pochi chilometri da Firenze, c’è un piccolo borgo chiamato Barbiana. E su una collina a Barbiana, c’è una piccola scuola di campagna. Negli anni ’60 un giovane insegnante, don Lorenzo Milani, scrisse su un muro di quella scuola due semplici parole, in inglese: “I care”. Disse ai suoi studenti che quelle erano le due parole più importanti che dovevano imparare. “Mi interessa”:  significa che mi assumo la responsabilità. E quest’anno, milioni di europei hanno detto “Ci tengo” alle loro azioni. Si sono offerti volontari. Hanno aiutato un vicino bisognoso. O semplicemente, hanno indossato una maschera per proteggere le persone intorno a loro. In quest’anno di pandemia – e oltre – questo deve essere anche il motto dell’Europa: mi interessa, ci interessa.  Ci prendiamo cura dei più deboli tra noi. Ci prendiamo cura dei nostri vicini. Ci prendiamo cura del nostro pianeta. Ci prendiamo cura delle generazioni future. Questo è il motivo per cui domenica, in occasione della Giornata dell’Europa, lanceremo ufficialmente la Conferenza sul futuro dell’Europa. Gli anni a venire saranno ancora una volta un periodo determinante per la nostra Unione europea, il prossimo Rinascimento europeo. E il risultato della Conferenza sarà buono quanto le idee e le visioni di persone come te».

Parole, queste, della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, al corso “The State of the Union”, appuntamento annuale dell’Istituto universitario europeo di Firenze, alla vigilia dell’avvio, domenica 9 maggio, della Conferenza sul futuro dell’Europa, per la quale con la Fondazione “Montagna e Europa” Arnaldo Colleselli ho formulato una specifica proposta di lavoro imperniata su una Agorà tematica per le montagne europee. 

[pdf] Gazzettino – Un’agorà delle montagne europee

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