I 75 anni della Repubblica: il patto di cittadinanza si rinnova

La Repubblica compie 75 anni,  e il patto di cittadinanza, che attraverso la Costituzione essa sottende,  si consolida. Anzi – dopo l’esperienza della pandemia – in qualche misura si rinnova. Una data fondante, il 2 giugno 1946, da cui si dipanano una storia, una identità, un «bene comune»  prezioso, i cui valori sono più che mai attuali e meritevoli di essere testimoniati. 

Come ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella in un testo scritto per “Famiglia Cristiana”, «il passaggio alla Repubblica favorì una crescente coesione, rese la società civile e le sue energie sociali, morali, culturali, protagoniste e decisive anche nei tornanti più difficili e insidiosi della nostra storia recente».   

Ecco un “flash” su come, in provincia di Belluno, venne vissuta la scelta fra Monarchia e Repubblica: «Nonostante le pesanti condizioni economiche avessero, di fatto, già provocato la ripresa del fenomeno migratorio», scrivo con Silvano Cavallet nel volume “Belluno. Storia di una provincia dolomitica” (Forum Editrice) a cura di Paolo Conte,    «la partecipazione dei Bellunesi al referendum fu molto elevata: alle urne si recò, infatti, oltre l’85 per cento degli aventi diritto. Il risultato fu quasi un plebiscitario, con percentuali superiori alla media regionale: 74.424 voti per la Repubblica, 45.529 per la Monarchia. A livello territoriale, la vittoria della Repubblica fu sancita in 57 Comuni bellunesi».

Un inizio, che non si può non riportare al centro della riflessione d’oggi. In una prospettiva sia nazionale che europea. 

 

 

 

 

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