Più assistenza sul territorio e meno ospedale. Piena valorizzazione del sistema di urgenza-emergenza 118. Organizzazione degli ospedali secondo il modello a rete “hub & spoke”. È questo in estrema sintesi il nucleo principale del nuovo Piano socio-sanitario veneto 2012-16 per quanto concerne la parte sanitaria. Sulla carta si tratta di una proposta razionale e coerente, che guarda a una stretta integrazione socio-sanitaria, ma a condizione che la fase attuativa basata sulle schede ospedaliere e territoriali non ne tradisca l’impostazione. In controluce, il testo del Piano fa comunque emergere delle perplessità. Soprattutto considerando che, sul terreno della continuità assistenziale, il pur solido modello veneto di strada ne ha da percorrere parecchia. Dove sono le cure intermedie tra ospedale e domicilio? Dove si trova un’appropriata assistenza extra-ospedaliera, fatta eccezione forse per la non autosufficienza cronica? Dove sta un Distretto socio-sanitario “forte” capace di garantire i bisogni di salute sul territorio?
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