Acqua pubblica

Come la sanità

«L’acqua è un pezzo di salute e, come la sanità, il suo governo va organizzato con regole di universalità e pubblica utilità, senza scopi di lucro, mantenendone la gestione nella sfera pubblica con le modalità consentite dall’ordinamento degli Enti locali». Con queste parole (che non escludono la necessità di una tariffa a compensazione del servizio), quale assessore alle attività economiche e al servizio idrico integrato, il 5 dicembre 2003, proponevo al consiglio comunale di Belluno di deliberare la proposta di modifica della legge regionale n. 5/1998 di attuazione della “legge Galli” (la legge 36/94) in modo da consentirne un’applicazione più aderente alla specificità delle zone montane. Fin dal convegno “La montagna e le sue acque” (Pieve di Cadore 1995) sono infatti convinto che la “legge Galli” è un modo per far sì che la montagna sia sempre più tributaria nei confronti della comunità regionale e nazionale per quanto riguarda una delle sue più fondamentali risorse: l’acqua.
Qui di seguito la proposta del consiglio comunale di Belluno e – sulla stessa direttrice – due  ulteriori documenti, di cui uno del Rotary.                                                                              Segnalo che dal 2018 faccio parte della Commissione servizi pubblici dell’ANCI, nell’ambito della quale il tema della gestione pubblica del servizio idrico integrato assume particolare rilievo. 

  2003 Delibera proposta di legge Consiglio Comunale Belluno

  2003 Proposta di legge Consiglio Comunale Belluno – Allegato

  2010_Custodi delle nostre acque

  2011_SORELLA ACQUA Carta Rotariana dell’Acqua

[pdf]  Valutazioni 2018 sulla proposta di legge per l’acqua pubblica